Poeta italiano. Appartenente a una famiglia di possidenti agricoli,
frequentò le prime scuole a Fusignano per poi trasferirsi, dal 1766, nel
seminario di Faenza, dove acquisì la padronanza del latino. Scartata
l'idea del sacerdozio, si trasferì a Ferrara (1773) per dedicarsi, senza
successo, prima allo studio della giurisprudenza, poi a quello della medicina.
Qui cominciò a scrivere versi nei generi tipici del gusto arcadico:
sonetti descrittivi, canzonette, componimenti in terza rima. Dopo essere stato
ammesso in Arcadia con il nome di
Autonide Saturniano (1775), compose il
poemetto
La visione di Ezechiello (1776) che gli valse l'amicizia del
cardinale Scipione Borghese. Nel 1778 si trasferì a Roma, dove
risiedette, fino al 1797, prima presso i Doria-Pamphili poi presso i Roberti. Il
soggiorno romano fu molto importante per la formazione artistica di
M.
che, entrato in contatto con il mondo clericale e aristocratico, assimilò
gli elementi di quella cultura spogliandosi di ogni provincialismo. L'ambiente
neoclassico che circondava Pio VI stimolò la sua creatività: nel
1779 recitò in Arcadia l'ode in metro di canzonetta
La Prosopopea di
Pericle, composta per il ritrovamento di un busto greco a Tivoli, e nel
1781, in occasione delle nozze di Luigi Braschi, nipote del papa, con Costanza
Falconieri, compose l'epitalamio
La bellezza dell'universo, che gli valse
la nomina a segretario personale di Braschi.
M. seppe penetrare il gusto
dell'ambiente romano dell'epoca, assimilando e proponendo uno stile neoclassico
mirato a nobilitare il presente, accostandolo alle gloriose gesta del passato.
La ragione prima della sua fortuna fu proprio questa capacità intuitiva
di assecondare le esigenze degli ambienti letterari che frequentava. Sempre agli
anni romani appartengono composizioni di carattere personale quali gli sciolti
Al principe Sigismondo Chigi e i
Pensieri d'amore (1783),
influenzati dalla lettura del Werther di Goethe e nati dalla passione per
Carlotta Stewart, giovane educanda conosciuta a Firenze. A queste si affiancano
componimenti celebrativi: il
Pellegrino Apostolico (1782), poemetto
scritto in occasione del viaggio del papa a Vienna che risente, come già
La bellezza dell'Universo, del gusto per le visioni bibliche tipico di
quegli anni; l'ode
Al Signor di Montgolfier (1784), ispirata alle prime
imprese con l'aerostato. Sempre nel 1784, per celebrare le bonifiche dell'Agro
Pontino volute da Pio VI,
M. iniziò il poemetto in sciolti
La
Feroniade che lo accompagnò, a più riprese, per tutta la vita.
Appartiene a questo periodo anche la produzione tragica, comprendente opere che
fondono elementi alfieriani, shakespeariani (in particolare lo Shakespeare dei
drammi romani) e del teatro francese:
Aristodemo (1787),
Galeotto
Manfredi (1788);
Caio Gracco (1788-1800). Quasi contemporaneamente
alle tragedie
M. scrisse, ispirandosi in parte a Klopstock, i quattro
sonetti
Sulla morte di Giuda (1788) e gli sciolti
A Sua Eccellenza la
Signora Marchesa Anna Malaspina. Nel frattempo la sua vita privata fu
travagliata dai rancori e dai pettegolezzi degli avversari, esplosi dopo che il
principe Chigi, entrato in conflitto con il papa, era caduto in disgrazia. Nel
luglio del 1791
M. sposò Teresa Pikler da cui ebbe due figli:
Costanza, che andò in sposa a Giulio Perticari, e Giovan Francesco, morto
a poco più di due anni. Nel 1793 l'assassinio di Nicolas Jean Hugou de
Bassville, segretario della legazione francese a Roma, gli ispirò il
poemetto in terzine dantesche
In morte di Ugo Bassville o la
Bassvilliana, in cui l'autore ebbe modo di esprimere la sua iniziale
posizione ostile nei confronti della Rivoluzione francese condannando, da un
punto di vista monarchico e cattolico, gli eccessi del Terrore. Nello stesso
anno iniziò anche la composizione della
Musogonia (1793-1797),
poemetto mitologico che, in seguito al mutare del suo orientamento politico da
monarchico e reazionario a democratico e giacobino, conobbe diversi adattamenti
del testo fino all'aggiunta, nel 1797, di un finale che esalta le gesta di
Napoleone. Fu proprio nel 1797 che, visto il rapido mutare degli eventi e
l'affermarsi in Francia del nuovo regime
M., affascinato dalle idee
repubblicane, abbandonò Roma per stabilirsi prima a Bologna, capitale
della nuova Repubblica Cispadana, e successivamente a Milano, sede del Governo
della Cisalpina. A Bologna, dopo aver ritrattato la
Bassvilliana, sotto
l'influsso delle fulminee vittorie di Napoleone, pubblicò il
Prometeo (1797), in cui nella figura mitologica del ribelle è
adombrata la grandezza di Bonaparte. Seguirono tre poemetti,
Il
fanatismo,
La superstizione,
Il pericolo, e la canzone
Per
il congresso di Udine (1797), in cui viene celebrato l'ideale di
indipendenza dell'Italia. I toni marcatamente giacobini trionfano nell'
Inno
per l'anniversario del supplizio di Luigi XVI (1799), quasi un'antitesi
della
Bassvilliana. La permanenza a Milano non fu tranquilla: se,
infatti, da un lato, il cambiamento dei suoi ideali politici valse a
M.
qualche incarico (fu nominato segretario del Direttorio), dall'altro
fomentò l'invidia di molti epigoni. In seguito alle vittorie degli
Austro-Russi e alla caduta della Repubblica Cisalpina il poeta si rifugiò
prima in Savoia e successivamente a Parigi. Durante il soggiorno francese
scrisse l'ode
Per la liberazione d'Italia, terminò il
Caio
Gracco, tradusse in ottave con semplicità e precisione la
Pucelle
d'Orléans di Voltaire e compose
In morte di Lorenzo Mascheroni o
la Mascheroniana, poemetto in terzine dove l'autore, traendo spunto dai
colloqui immaginari d'oltretomba di Mascheroni con i grandi del passato,
Beccaria, Verri, Parini, stigmatizza i demagoghi della libertà. Dopo la
battaglia di Marengo, che aveva ristabilito il predominio francese in Italia,
M. tornò in Lombardia (1801), dove gli venne affidata la cattedra
di Eloquenza presso l'università di Pavia (1802). In quegli anni
eseguì la traduzione delle
Satire di Persio (1803) e compose la
cantata
Teseo (1804). Il successo ottenuto con la sua attività
letteraria indusse il Governo a nominarlo poeta ufficiale (1804); fu quindi
Assessore per le Lettere e le Belle arti e storiografo del Regno d'Italia
(1805). L'esaltazione della figura di Bonaparte compare nei componimenti
Il
bardo della Selva Nera e
La spada di Federico II (1806), imperniati
sulle vittorie di Napoleone in Germania, nella
Palingenesi politica
(1809), dedicato alle guerre di Spagna, e nel melodramma encomiastico
I
pitagorici. Sempre del periodo napoleonico fanno parte le odi
In
occasione del parto della viceregina d'Italia (1807), la
Ierogamia di
Creta (1810), in cui celebra le nozze dell'imperatore con Maria Luigia,
Le api panacridi di Alvisopoli. Sollecitato da Foscolo, nel 1807
M. cominciò la traduzione dell'
Iliade, che completò
nel 1810 e successivamente ritoccò più volte. La versione
definitiva e completa della traduzione del poema omerico si ebbe solo nel 1825,
dopo anni di minuzioso lavoro di studio e approfondimento linguistico. A
ragione, la sua traduzione fu considerata una delle migliori, nonostante
l'autore non si fosse basato sul testo originale, ma sulle precedenti versioni
latine e italiane. Pur restando distante dalla nobile semplicità di Omero
e anzi facendo concessioni al Neoclassicismo del tempo,
M. seppe
esprimere in quest'opera tutto il suo amore per la poesia, dando prova delle sue
qualità di letterato e di cultore della lingua. Con la caduta del Regno
Italico e l'inizio della Restaurazione,
M., benché meno
interessato alla situazione politica, tentò nuovamente di adeguarsi al
nuovo corso e compose tre cantate, in cui il tributo ai nuovi dominatori
austriaci si mescola al disprezzo per Napoleone sconfitto: il
Mistico
omaggio (1815), in onore dell'arciduca Giovanni, il
Ritorno di Astrea
(1816), in onore di Francesco I e infine l'
Invito a Pallade (1819).
Più sinceri sono alcuni sonetti minori di carattere intimo quali
Per
un dipinto dell'Agricola (1822),
Sopra se stesso (1822),
Pel
giorno onomastico della mia donna Teresa Pikler (1826) e soprattutto
l'epistolario. Furono, tuttavia, gli scritti linguistici e filologici a
costituire la parte della sua produzione più interessante e sentita.
Partecipò al dibattito sulla questione della lingua e, in polemica con i
puristi, pubblicò, appoggiato dal genero Giulio Perticari, la
Proposta
di alcune correzioni ed aggiunte al vocabolario della Crusca (1817-1826).
Scrisse alcuni dialoghi per "Il Poligrafo" (1811-1814) e per la "Biblioteca
italiana", di cui fu anche redattore e condirettore per un anno. Durante la sua
ultima stagione poetica, dal 1825 al 1826, compose l'idillio
Le nozze di
Cadmo ed Ermione e il
Sermone sulla Mitologia, ricchi di immagini
decorative e ricercate, ultime difese di un classicismo ormai superato. Per
lungo tempo la vicenda umana e artistica di
M. fu considerata l'esempio
della sottomissione degli intellettuali al potere politico. In seguito si
riconobbe in essa il segno di un'incostanza e di un'incapacità a
confrontarsi autonomamente con gli eventi collettivi, piuttosto che quello di
un'ambizione corrottamente opportunistica. Lo stato di profonda solitudine e
amarezza che caratterizzò gli ultimi anni di vita del poeta stanno a
indicare quanto effimeri e superficiali fossero stati i suoi successi letterari
e quanto poco di sé egli fosse riuscito a trasmettere nelle sue opere,
anche se resta indiscusso il suo contributo all'evoluzione dello studio della
lingua (Alfonsine di Fusignano, Ravenna 1754 - Milano 1828).
LE OPERE DI VINCENZO MONTI
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1779 1783 1783 1784 1788 1788 1801 1805 1807 1810 1811 1822 1822 1825 1826 1826
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Poesie
La prosopopea di pericle Al principe Sigismondo
Chigi Pensieri d'amore Al Signor di Montgolfier Sulla morte
di Giuda A Sua Eccellenza la Signora Marchesa Anna Malaspina Per la
liberazione d'Italia Il beneficio In occasione del parto della
viceregina d'Italia Ierogamia di Creta Le api panacridi di
Alvisopoli Per un dipinto dell'Agricola Sopra se stesso Le
nozze di Cadmio ed Ermione Sermone sulla Mitologia Pel giorno
onomastico della mia donna Teresa Pikler
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1797 1801 1807 1815 1816 819
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Canzoni
Per il congresso di Udine Il Congresso Cisalpino di
Lione Teseo Mistico omaggio Ritorno di Astrea Invito a
Pallade
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1776 1779 1781 1782 1784 1793 1793-97 1797 1797 1797 1797 1799 1801 1806 1806 1809 1809
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Poemetti
La visione di Ezechiello L'invito a Nice per le feste
notturne del principe Borghese La bellezza
dell'universo Pellegrino Apostolico La Feroniade
(incompiuto) Musogonia Bassvilliana (In morte di Ugo
Bassville) Prometeo Il fanatismo La superstizione Il
pericolo Inno per l'anniversario del supplizio di Luigi
XVI Mascheroniana (In morte di Lorenzo Mascheroni) Il bardo della
Selva Nera La spada di federico II Palingenesi politica I
pitagorici
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1787 1788 1788-1800
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Tragedie
Aristodemo Galeotto Manfredi Caio Gracco
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1801 1803 1807-10
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Traduzioni
La Pulcella d'Orléans Satire di
Persio Iliade
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